Informazioni sull'esenzione IMU 2020

Esenzione IMU 2020

Sintesi dei fatti:

  1. i decreti 34 e 104 di questo 2020 stabiliscono che CAV e B&B sono esentati dall’IMU 2020 (rispettivamente per la prima e seconda rata del suo versamento);
  2. alcuni comuni (ad es.: Milano e Roma), dopo averci pensato e tentennato, decidono che l’esenzione compete anche alle gestioni non imprenditoriali (i decreti che la stabiliscono non accennano ad imprese, né a codici ateco, ma solo all’utilizzo degli immobili per gestire Cav o B&B);
  3. altri comuni decidono che, siccome il decreti in questioni richiedono che il proprietario (quello che paga l’IMU) sia anche il “gestore” dell’attività, a loro avviso il termine “gestore” implica che si tratti di un’impresa; la deduzione è frutto di pura fantasia, basti ricordare che sia le norme regionali su CAV e B&B, sia quelle nazionali (ed i regolamenti comunali) sull’imposta di soggiorno chiamano “gestori” coloro che gestiscono CAV e B&B non sognandosi di escludere i non imprenditoriali (il comune di Milano perderebbe metà dei suoi lauti introiti da imposta di soggiorno);
  4. il Ministero delle Finanze, dovendo ripartire il fondo predisposto per ricompensare i comuni del mancato gettito IMU (l’IMU è un’imposta comunale, anzi Municipale), decide di farlo utilizzando i codici ateco presenti in ciascun comune e stabilendo (in modo del tutto arbitrario) che le gestioni non imprenditoriali ne sono escluse; in realtà le informazioni sulle gestioni (tutte, sia imprese, sia no) sono disponibili al SUAP ove vengono registrate le dichiarazioni di inizio/fine attività che tutti (sia imprese, sia no) debbono fare.
  5. La divisione dei fondi è fatta con un decreto del 22 luglio, nemmeno pubblicato in Gazzetta Ufficiale e con un importo diverso da quello della conversione in legge del decreto 34, che, nella “appendice metodologica” esclude un terzo degli edifici usati per ospitare i turisti con la scusa che non hanno un codice ateco.
  6. Ovviamente nessuno se ne accorge, la cosa viene alla luce solo il 4 dicembre quando una faq del Ministero sostiene la tesi che le norme circa l’esenzione IMU 2020 si applicano solo a quelli di proprietà delle imprese, le gestioni non imprenditoriali sono escluse dal ristoro;
  7. L’esclusione è: 1) importante: circa un terzo degli edifici usati per ospitare turisti è gestito in modo non imprenditoriale; 2) contraddittoria: ad esempio in Campania ed in Lombardia i B&B sono tutti, per legge, non imprenditoriali, per cui la legge (che cita esplicitamente i B&B) prevede per loro un ristoro, che poi si rivela inesistente (!), cosicché l’interpretazione della legge la fa diventare assurda (la legge afferma che i B&B sono meritevoli di “ristoro” e, contemporaneamente, li esclude dal “ristoro”); 3) ingiustificata: sicuramente anche le gestioni non imprenditoriali sono state economicamente colpite dalla pandemia, il controllo di chi è o non è B&B e CAV è facilmente fattibile attraverso la banca dati dei comuni presso il SUAP.

Ovviamente OspitaMI è assolutamente contraria all’interpretazione fornita dal MEF in sede di distribuzione dei fondi ai comuni.

Rilevato che si tratta di  una questione di livello nazionale abbiamo interessato Host + Host, l’associazione nazionale cui OspitaMI aderisce assieme ad altre sparse fino in Sicilia, a intervenire con determinazione.

Host + Host, nel cui consiglio e comitato tecnico OspitaMI è ben rappresentata, si è attivata per coinvolgere altre associazioni, specie fra quelle, numerosissime in Italia, di B&B.

Sono in fase di definizione tre linee di intervento:

  • ricorso al TAR contro il decreto del ministero delle Finanze del 22 luglio per la parte relativa alla “nota metodologica”, che immotivatamente esclude le gestioni non imprenditoriali, creando una legge assurda (che proclama contemporaneamente una cosa ed il suo contrario)
  • pressione sul Ministero della Cultura e Turismo, perché si faccia portavoce delle nostre ragioni presso il Ministero delle Finanze affinché si provveda ad una rettifica autonoma, prima ancora che sia aperta una causa legale (come si dice, in “autotutela”)
  • lanciare una campagna di stampa contro questa ennesima discriminazione (che segue a quella già importante relativa ai bonus turismo) di almeno un terzo ospitalità italiana da possibili benefici, mentre quando si tratta di pagare siamo sempre considerati.

 

L’Associazione OspitaMI informa Host + Host che ha deliberato nel Consiglio Direttivo del 11/12/2020 di partecipare assieme alle altre associazioni italiane, alla spesa che queste attività comporteranno,  tutto ciò con un contributo fino a 1.500,00 €.

Tutto quanto sopra entra a far parte di un comunicato stampa che invieremo a tutti i nostri contatti assieme alla informnativa ai soci inviata via mail.